Il caso che segue riguarda un edificio colonico costruito in due tempi (si veda lo stacco cromatico nella foto in basso a destra) il quale, strano a dirsi, ha manifestato un cinematismo di rotazione di corpo rigido all’interno dell’impianto originario. In realtà, ci si sarebbe aspettato il distacco tra i due corpi (con genesi di un giunto spontaneo) in relazione allo sviluppo di cedimenti elastoplastici (ed eventualmente di consolidamento) dei terreni di fondazione interessati dall’ampliamento, con effetti dipendenti dalla rigidezza delle sovrastrutture e dall’interazione tra i bulbi di tensione dissipati dalle fondazioni. Nel dettaglio, la rotazione è avvenuta verso la parte destra della citata figura, ovvero nel verso indicato dai vettori spostamento globali, ottenuti dall’analisi di tutte le lesioni, e dalla loro risultante determinata con tecnica matriciale.
Dagli studi geologici, e soprattutto geomorfologici, è emerso che l’edificio è sito lungo uno stretto crinale (ripiano morfologico erosivo), lungo il quale affiora il substrato roccioso costituito da argille strutturalmente complesse, sovraconsolidate e fessurate, depostesi in ambiente marino durante il Messiniano (circa 5 MA). Lo scavo di trincee esplorative ha confermato la tesi desunta dai rilievi di superficie ed ha consentito di impostare, unitamente alla conoscenza dei meccanismi di danneggiamento, un corretto (tecnicamente ed economicamente) intervento di consolidamento.
In una prima fase è stato previsto il consolidamento delle fondazioni secondo le specifiche tecniche illustrate nella figura in alto.
Nella seconda fase è stato previsto il ripristino del comportamento planare del solaio a voltine del primo livello (il cui danneggiamento è visibile nella prima foto in alto a destra), mediante il rifacimento della caldana in calcestruzzo e il suo collegamento, tramite connettori di taglio, alle putrelle in acciaio esistenti. Un più efficace ammorsamento di dette putrelle alla scatola muraria è stato garantito dal collegamento puntuale realizzato lungo il perimetro del vano murario mediante cerchiatura con profili in acciaio ad L connessi alle murature mediante perfori e barre di acciaio. L’intervento è stato poi completato con il recupero delle lesioni sui muri mediante la tecnica del “cuci e scuci”.
Ing. Paolo Piersanti (socio fondatore Meccanici Terrestri)
Geol. Romolo Di Francesco
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Mentana (RM) - 00013