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L’articolo prende spunto da una consulenza professionale svolta per un condominio residenziale, successiva a precedenti consulenze tecniche per le quali si rendeva necessario effettuare diffusi interventi di consolidamento delle fondazioni dell’edificio.

Nel caso in esame quest’ultimo, a struttura mista, presentava una pianta alquanto regolare sviluppata su un livello seminterrato e quattro livelli fuori terra; lo stato di conservazione dell’immobile di edilizia popolare risalente agli anni ‘60 risultava discreto, con la presenza di alcune lesioni imputabili a cedimenti localizzati delle fondazioni.

Il fabbricato era ubicato lungo una scarpata di raccordo tra una piana alluvionale di antica formazione e il sottostante fondovalle; il terreno di fondazione era costituito a monte da depositi alluvionali, formati da ghiaie in matrice limoso-sabbiosa, e a valle da terreni colluviali limosi. Anche in assenza di falda, le colluvioni permettevano lo sviluppo di linee preferenziali di drenaggio superficiale, capaci di interagire localmente con le fondazioni.

cedimento fabbricato crepa lesione

Figura 1. Vista parziale (per motivi di privacy) delle lesioni interessanti lo spigolo Ovest

 

Nel merito l’edificio presentava un quadro fessurativo apparentemente complesso: da un lato l’esistenza di cedimenti fondali che avevano interessato il solo spigolo Ovest (figura 1) con un cinematismo di prevalente traslazione verticale delle fondazioni con rotazione secondaria (figura 2), dall’altro la presenza di lesioni imputabili alla natura strutturale dell’edificio di tipo misto (corpo scala centrale con intelaiatura in cemento armato e restante parte in muratura portante). Sullo spigolo si evidenziava la presenza di un pluviale distaccato in seguito all’abbassamento del marciapiede non ancorato alla muratura perimetrale, con inevitabile infiltrazione diretta delle acque piovane nei terreni di fondazione.

                           schema vettoriale crepe cinematismi

Figura 2. L'uso di vettori spostamenti consente di identificare con chiarezza il settore in crisi (in questo caso di facile ed immediata determinazione)

 

Al fine di valutare l’influenza di questa infiltrazione rispetto all’azione delle linee preferenziali di drenaggio, si decise di ripristinare la funzionalità del pluviale con la sigillatura del marciapiede interessato, per poi effettuare un monitoraggio in una finestra temporale annuale, tramite l’installazione di due fessurimetri in policarbonato.

I risultati hanno mostrato la totale stabilizzazione del fenomeno, stante:

  • - l’esistenza di movimenti massimi dell’ordine della frazione di millimetro;
  • - l’andamento ciclico nelle fasi di apertura e chiusura delle lesioni, legato al comportamento idraulico delle argille contenute nei depositi colluviali;
  • - una fase di massima apertura delle lesioni corrispondenti al mese di Settembre;
  • - l’annullamento di qualunque spostamento della struttura di fondazione.

In sintesi il fenomeno si era stabilizzato con l’eliminazione dell’agente responsabile (pluviale disperdente) del cinematismo rilevato, rilevando la scarsa influenza dei moti di filtrazione all’interno delle colluvioni.

A distanza di cinque anni le lesioni, a suo tempo riparate, non si sono più ripresentate a dimostrazione che un semplice intervento di manutenzione può essere altrettanto efficace quanto un costoso intervento di consolidazione delle fondazioni.

 

Ing. Fabio Forcina (Direttore Tecnico Meccanici Terrestri)

Ing. Marco Svizzero (componente del Consiglio Direttivo dei Meccanici Terrestri)

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