L'andamento delle crepe non è mai casuale, ma segue sempre regole ben precise: quelle stesse regole che se ben conosciute consentono di poter ricostruire il cinematismo (o i cinematismi) che le hanno prodotte. Nel caso specifico, siamo stati interpellati dopo tre anni di varie diagnosi, tutte contrastanti tra loro in quanto basate su concetti empirici, formulate da tecnici di varia estrazione professionale. Nessuno tra questi che abbia pensato che l'analisi corretta di un quadro fessurativo può essere basata sull'analisi per comparazione con modelli concettuali o, ancora meglio, sulle seguenti 3 leggi:
Messe assieme queste 3 leggi (per i dettagli si veda Lesioni degli Edifici) consentono di analizzare ogni crepa con un vettore spostamento e di combinare con la tecnica matriciale tutti i vettori in tal modo ottenuti per giungere a definire il cinematismo ed il settore strutturale in crisi. Chiaro che preliminarmente occorre valutare l'eventuale influenza della geologia e della geomorfologia, le cui variabili nel caso specifico sono state escluse dal modello di analisi dal momento che i terreni interagenti con le fondazioni appartengono alla fase trasgressivo-regressiva del Calabriano (1,8-1 MA) manifestando, pertanto, elevate resistenze meccaniche (per i dettagli si veda Meccanica delle Strutture Geologiche e Geotecniche).
Figura 1. Lesione dall'andamento apparentemente anomalo
Orbene, dall'applicazione delle citate leggi al gruppo di crepe riscontrate sull'edificio a struttura mista (muratura perimetrale con pilastro centrale) è emerso un quadro anomalo; difatti, come si può notare dalla figura 1, la crepa non indica un cedimento delle fondazioni sul lato destro (come diagnosticato dai vari tecnici), bensì una traslazione orizzontale verso sinistra abbinata ad un modesto cedimento verticale. Una volta effettuata l'ipotesi di lavoro, la conferma è venuta dallo studio di tutte le altre crepe che messe assieme hanno indicato lo stesso cinematismo.
Figura 2. Modello geotecnico semplificato
I passaggi successivi sono stati: a) costruzione di un modello geotecnico semplificato ma affidabile (figura 2), basato sulle numerose indagini geognostiche eseguite dai vari tecnici interpellati (comprendenti 6 prove penetrometriche e 9 prospezioni geoelettriche!); b) formulazione di un'ipotesi di consolidamento basata sulla realizzazione di 3 setti in calcestruzzo armati fondati su altrettanti plinti dotati di micropali e tiranti (figura 3).
Figura 3. Ipotesi di intervento
L'ultimo passaggio è consisto nella costruzione di un modello ad elementi finiti per l'analisi ell'interazione terreno-struttura della configurazione progettuale di figura 3 (si veda la figura 4).
Figura 4. Modello ad elementi finiti per l'analisi della soluzione progettuale
Una volta ottenuta la conferma sono state anche cercate, sempre nello stesso modello ad elementi finiti, le sollecitazioni sui nuovi elementi strutturali per il loro dimensionamento esecutivo.
Ing. Mauro Rastelli (esperto di I livello)
Geol. Romolo Di Francesco (Direttore Scientifico dei Meccanici Terrestri)
Via della Fontana n. 34
Mentana (RM) - 00013
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