La capacità insita nell'arco, in questo caso a tutto sesto, è sopportare sforzi di compressione generati dai carichi (peso proprio, permanente ma anche variabili) contenendo possibilmente la tensione all'interno del terzo medio della sezione resistente e sfruttando la caratteristica del materiale costituente (pietra), cioè quella di essere molto resistente a compressione e poco a trazione.
Gli archi, però, soffrono di due limitazioni connesse con la distribuzione dei carichi e con la tipologia e l'efficacia dei vincol…
Le sottofondazioni sono state per un lungo periodo il sistema migliore per sanare i difetti dovuti a cedimenti differenziali delle fondazioni. Tuttora sono utilizzate, anche se i risultati non sempre sono soddisfacenti.
I motivi dipendono da molteplici fattori, tra i quali:
1) talora hanno una massa non trascurabile, soprattutto quando devono raggiungere profondità superiori al metro e mezzo, due; il loro peso tende ad indurre consolidazione nei terreni a grana fine, determinando un cedimento tempo-dipendente che si somma a quello elastop…
Il caso che segue riguarda un edificio colonico costruito in due tempi (si veda lo stacco cromatico nella foto in basso a destra) il quale, strano a dirsi, ha manifestato un cinematismo di rotazione di corpo rigido all’interno dell’impianto originario. In realtà, ci si sarebbe aspettato il distacco tra i due corpi (con genesi di un giunto spontaneo) in relazione allo sviluppo di cedimenti elastoplastici (ed eventualmente di consolidamento) dei terreni di fondazione interessati dall’ampliamento, con effetti dipendenti da…
Il caso riguarda un problema che potremmo definire emblematico, con presenza di un annesso realizzato (con struttura lignea, dunque leggera) quale ampliamento di un edificio esistente a sua volta avente una struttura in muratura portante. Si noti che gli stessi nella figura che segue sono stati indicati come “porticato chiuso” e come “edificio abitativo”.
Ciò che si vuol subito evidenziare è che detto annesso è stato progettato e realizzato senza alcuna relazione geologica di supporto e senza alcuna…
L’analisi delle lesioni non ha il solo scopo di ricostruire il cinematismo responsabile del loro sviluppo (dal quale discende una corretta impostazione dell’eventuale progetto di consolidamento), ma serve anche per definire la cronologia sia delle modifiche che l’immobile ha subito nel tempo e sia della comparsa dello stesso quadro fessurativo; anzi, è proprio da un corretto inquadramento cronologico delle lesioni che è possibile definire l’attività edificatoria, pur senza essere in possesso di ulteriori informazioni.…
Lo studio delle lesioni non può essere affidato all’improvvisazione e neanche all’intuito; al contrario, ed in prima battuta, richiede una profonda conoscenza della meccanica del continuo e di quella delle strutture.
Perché in prima battuta?
Perché una corretta diagnosi delle lesioni impone l’esistenza di un bagaglio tecnico-scientifico ad ampio spettro, che ruoti a 360° tra la conoscenza del comportamento delle strutture, dei materiali, della geologia e della geotecnica.
Ogni lesione deve essere conte…
In un precedente articolo è stata sommariamente descritta l'analisi dei dissesti statici afferenti un edificio residenziale, la cui ipotesi di lavoro è stata basata sugli effetti indotti da una frana.
Tali ipotesi sono state suffragate dapprima dallo studio del quadro fessurativo e successivamente dall'analisi geomorfologica dell'area.
A seguire, al fine di poter studiare un intervento risolutivo, sono state eseguite indagini geofisiche tramite due stendimenti di sismica a rifrazione energizzate in onde di P.…
L’attribuzione delle lesioni presenti su una struttura all’azione di una frana può essere ricercata attraverso due metodi:
1) il metodo geologico, basato sullo studio geomorfologico del territorio;
2) il metodo ingegneristico, basato sulla lettura ed interpretazione delle lesioni.
Riteniamo che il secondo metodo sia più vantaggioso ed utile, fermo restando che la conferma deve sempre venire dalla geomorfologia.…
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